Morte di Riva, il capocannoniere di tutti i tempi della selezione

Thomas Siniecki, Media365: pubblicato martedì 23 gennaio 2024 alle 8:51

L’Italia e il mondo del calcio piangono Luigi Riva, scomparso improvvisamente lunedì. Il paese ha avuto appena il tempo di preoccuparsi in un giorno quando è arrivata la triste notizia.

Luigi “Gigi” Riva non c’è più. Il capocannoniere della storia dell’Italia aveva 79 anni ed è morto domenica nella sua casa in seguito a un malore. Campione d’Europa nel 1968 e secondo ai Mondiali nel 1970, segnò due gol nei quarti di finale contro la nazione ospitante (1:4) nella fase finale in Messico, conclusasi con la famosa sconfitta finale contro il Brasile. (4:1), e poi un gol durante i supplementari Crazy all’intervallo contro la RFA (4:3 dopo un 1:1 nei tempi regolamentari). Tragico e di grande ironia allo stesso tempo, raggiunge Franz Beckenbauer nel paradiso del calcio quasi tre settimane dopo la morte del “Kaiser”, che aveva appena finito questa semifinale con il braccio al collo. Erano a un anno di distanza (il leggendario difensore tedesco morì all’età di 78 anni).

Meloni: “Ha fatto la storia del nostro campionato e della nostra Nazionale”

Simbolo del Cagliari, dove giocò dal 1963 al 1976 e vinse lo scudetto nel 1970, “Gigi” Riva aveva segnato 35 gol in sole 42 partite internazionali, il che lo pone ancora al vertice della dirigenza della Squadra Azzurra, davanti a Giuseppe Meazza (33 gol dal 1930 al 1939), Silvio Piola (30 gol dal 1935 al 1952), Roberto Baggio e Alessandro Del Piero (27 gol dal 1988 al 2004 e dal 1995 al 2008) – il miglior marcatore in attività è Ciro Immobile con 17 gol, che lo portano al sedicesimo posto.

Gabriele Gravina, presidente della Figc, rende omaggio al «mito dell’uomo libero e del calciatore eccezionale»: «Il suo orgoglio, la sua classe e il suo senso di giustizia hanno unito generazioni e ispirato milioni di persone». “Un grande atleta, che ha fatto la storia del campionato e della nostra Nazionale”. Tre volte capocannoniere della Serie A nel 1967, 1969 e 1970, ha fatto parte “della storia del calcio, un puzzle che ha perso uno dei suoi pezzi più belli”, secondo il presidente della FIFA Gianni Infantino.

Casimiro Napolitani

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