A Berlino, riscaldata dall’estate prematura, visita il vivace quartiere di Schöneberg, dove sessant’anni fa il presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy pronunciò il suo famoso discorso (“Sono un berlinese”), e Ring, in Kurfürstenstraße, numero civico 13. “Non sono superstizioso”dice il pragmatico designer industriale Konstantin Grcic, che vi dà il benvenuto tre rampe di scale nel suo studio, che ha sede nella capitale tedesca dal 2018 dopo aver trascorso 27 anni nella sua città natale, Monaco.
Un open space inondato di luce trasversale, con una biblioteca ricca di opere d’arte e design su una parete, sormontata da oggetti, prototipi e manifesti. Al centro c’è un tavolo quadrato, un tavolo da riunione che è diventato l’ufficio del designer tedesco che, come a “senza sede fissa”Posò alcuni appunti, il suo laptop e i suoi occhiali squadrati neri anni ’80, à la Chirac. Non lontano da lui, installato sui bovindi, la sua squadra di cinque uomini si è concentrata sui rispettivi schermi. Poi, pezzi sparsi, già cult dello stilista, incoronati con tre Compassi d’oro, un premio di alto design.
Ecco la lampada Mayday (rilasciata nel 1998 da Flos, Compas d’or 2001) che ha portato la lampada da lavoro portatile negli interni del 21° secolo.e Century, la cui maniglia funge da avvolgicavo e gancio di sospensione, la sedia Myto senza gambe posteriori e quindi a sbalzo (2008, Plank, Compas d’or 2011) e la lampada OK che scorre su una struttura in acciaio Wire, interpretazione futuristica della Parentesi, 1971 ideato da Achille Castiglioni e Pio Manzù (Flos 2014, Compas d’or 2016).
I 125 metri quadrati di questo grande plateau brulicano di sedute originali – e alcune di esse sono già nei musei del MoMA di New York e del Centre Pompidou di Parigi. Ecco, pubblicato da Vitra, lo sgabello-strumento, come una sedia-tablet, o il 360 (come 360 gradi), dove puoi sederti con le natiche, “perché spesso non usiamo tutta la seduta”, osserva Konstantin Grcic e collega l’atto con la parola. Ecco la versione outdoor con base in cemento, l’iconica Chair One – la prima sedia in alluminio prodotta industrialmente con un’estetica geometrica presa in prestito dal calcio – sfilare davanti allo sgabello Jerry avvitabile, entrambi di Magis. Poco distante sono impilate le poltroncine Bell in plastica, ecologiche realizzate con scarti di fabbrica dello stesso produttore italiano.
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