In occasione della Giornata Mondiale della Cucina Italiana, oggi l’Italia invia la sua pasta sulla stazione spaziale ISS. Quanto è tradizionale la famosa Cucina Italiana? Il seguente articolo DW risponde alla domanda…
Ci sono poche cose di cui gli italiani sono orgogliosi quanto la loro cucina. Per molti, non necessariamente italiani, è considerato l’emblema della tradizione e del divertimento. Allo stesso tempo, gode di grande popolarità in tutto il mondo. Per la prima volta la celebre Cucina Italiana arriva letteralmente nello spazio. Nell’ambito dell’impegno dell’Italia affinché la cucina nazionale venga riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio culturale immateriale, oggi la pasta sarà servita agli astronauti in missione diretti alla Stazione Spaziale Internazionale. Da notare che uno degli astronauti è Walter Villadei, colonnello dell’Aeronautica Militare Italiana. Il programma Space Food italiano è organizzato sotto la guida del ministro italiano dell’Agricoltura Francesco Lolobrigita e fornisce un menu di pasta già pronto ai membri della missione Axiom-3.
Il viaggio degli astronauti nello spazio coincide con la “Giornata mondiale della cucina italiana” in onore di Sant’Antonio Magno, patrono di macellai, macellai e fornai, per la gioia del governo della Georgia Meloni, che insiste sulla tradizione attraverso la promozione del Made in Italia.
“Gli italiani hanno imparato a cucinare nei paesi in cui sono immigrati”
Ma quanto è davvero tradizionale la cucina italiana? I critici parlano di un’abile strategia di marketing dietro l’etichetta di “autentica cucina italiana” con caratteristiche distintive. Tra i critici c’è lo storico Alberto Grandi, che “spoglia” tanti italiani con le sue posizioni provocatorie. Sostiene, tra l’altro, che la Cucina Italiana non è affatto tradizionale, ha una storia di pochi decenni ed è frutto di un ottimo marketing. Alberto Gandhi ha dichiarato all’Agenzia di stampa tedesca: “Quasi tutto ciò che si dice sulla cucina italiana non è vero”.
Lo storico italiano è diventato famoso con il suo libro Denominazione di Origine Inventata (DOI), una falsificazione del sigillo DOP per i prodotti italiani. L’acronimo DOI ha dato anche il titolo all’omonimo podcast di Alberto Grandi.
I piatti italiani sono il risultato di accostamenti, imitazioni e prestiti
Lo storico italiano sostiene che la maggior parte degli italiani ha imparato a conoscere la pizza solo negli anni ’50. La carbonara era originariamente un piatto americano, il tiramisù e il panettone erano creazioni culinarie relativamente nuove, mentre il famoso parmigiano veniva effettivamente prodotto nello stato americano del Wisconsin. I famosi pomodori Pacino dell’omonima regione nel sud della Sicilia sono stati fondati da allevatori in Israele. Secondo Alberto Grandi gli italiani stanno cercando di ostacolare lo sviluppo della loro cucina. Secondo lui la storia dimostra che i piatti che oggi vengono considerati italiani al 100% sono in realtà il risultato di accostamenti, imitazioni e prestiti. “Gli italiani non hanno mai imparato a cucinare. Come immigrati nei paesi in cui lavoravano, hanno imparato a cucinare da soli.
Lo storico nega che la “Giornata Mondiale della Cucina Italiana” o Pasta nello Spazio giovi alla cucina tradizionale. La Giornata Mondiale è solo un’altra campagna pubblicitaria. Come dice Alberto Grandi, queste campagne di PR non sono affatto una specialità del governo Meloni. «Tradizione e cucina sono temi che in una certa misura anche la sinistra ama propagandare». Resta da vedere se gli astronauti della ISS apprezzeranno gli spaghetti istantanei e se l’iniziativa avvicinerà l’Italia all’UNESCO riconoscendo la sua cucina come patrimonio culturale.
Fonte: DW
Editore: Stefanos Georgakopoulos
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