Paola Egonu, la vicenda che ha sconvolto lo sport italiano

È una delle migliori giocatrici di pallavolo al mondo. E senza dubbio il meglio della selezione italiana. Paola Egonu è tornata sicura di sé agli ultimi Mondiali, permettendo alla sua squadra di vincere la medaglia di bronzo contro gli Stati Uniti (25-20; 25-15; 27-25) con 25 punti, vincendo anche in classifica con 275 punti (244 attacchi, 23 muri e 8 ace) è stato il miglior realizzatore della competizione per la seconda volta consecutiva. Lei è il capo. Ma a soli 23 anni non vuole più indossare la maglia azzurra che ha scelto. Almeno questo è quello che ha confidato in lacrime al suo consigliere Marco Raguzzoni dopo la vittoria contro gli USA. Un video ha catturato la scena.

Non puoi capirlo, è diventato estenuante. Mi hanno chiesto se ero italiano. Questa è la mia ultima partita (in Nazionale, ndr). sono stanco” sbottò. Di fronte a questa possibilità, Raguzzoni decise di prenderla velocemente tra le braccia per consolarla. Poi arrivò il momento della premiazione della medaglia e del passaggio alla zona mista, dove Egonu, i suoi genitori, per lungo tempo la trascorsero vita in Nigeria, ha accettato di presentarsi davanti ai giornalisti per spiegarsi più chiaramente: “Sono solo molto stanco e potrei prendermi una pausa per via della selezione (…) Vedremo la prossima estate.” Ma cosa è successo? Di cosa parlava la migliore pallavolista italiana quando è scoppiata in lacrime?

La colpa è dei social network?

Per chiarire una questione che presto assumerà proporzioni politiche, Giuseppe Manfredi, presidente della Federazione Italiana Pallavolo, ha subito presentato la sua versione.Dopo la partita contro il Brasile, il giocatore è stato aggredito sui social da alcuni idioti con frasi razzisteha spiegato domenica. Non aveva detto niente, altrimenti avremmo fatto qualcosa per intervenire (…) Per lei la porta sarà sempre aperta, ha tatuata sulla pelle la nostra maglia. Dopo una competizione così lunga e un incontro durato settimane, possiamo sempre dire cose interessanti. Ora dobbiamo calmarci tutti e pensare al dopo perché le prossime convocazioni si terranno nel 2023. Non c’è motivo per cui non dovrebbe essere lì. La pallavolo è sinonimo di integrazione totale, sicuramente non di razzismo.”

Secondo il boss transalpino, Paola Egonu sarebbe stata quindi presa di mira da alcuni sui social dopo la sconfitta contro il Brasile. Versione confermata dall’interessato. “Ci sono alcuni che dicono che non merito la scelta, se ne è pentita. Ma il mio sogno è indossare questa maglia e finire su questo podio. In questo momento sento il bisogno di fare un passo indietro prima magari di ripensarci tra qualche mese, perché c’è ancora tanto da fare con la Nazionale.” Il mondo dello sport italiano ha reagito prontamente e ha sostenuto pubblicamente una delle sue stelle. Messaggi arrivati ​​dal Milan, ad esempio a Valeria Giacinti, attaccante della Nazionale di calcio femminile.

Interviene Draghi

Dato lo sgomento del pallavolista, anche Mario Draghi, l’attuale Primo Ministro italiano, ha deciso di intervenire sulla questione. “È un orgoglio dello sport italiano e avrà sempre l’opportunità di vincere più trofei indossando la nostra maglia“, ha scritto domenica su Twitter. L’ex presidente della Banca Centrale Europea ha addirittura preso il telefono per contattare la cittadina di Cittadella, per la quale la pallavolo è stata una parte importante della sua vita da quando aveva 12 anni. Egonu è stato naturalizzato nel 2014. Figlia di padre camionista a Lagos e madre infermiera a Benin City, ha trovato presto il successo, dal centro di formazione federale Club Italia all’approdo in Nazionale. Ma oggi vuole fare un passo indietro.

Annuncerò novità il prossimo gennaio. Non ho ancora parlato con la Federazione di questa decisione“, ha detto riferendosi al suo ritiro. Secondo la stampa italiana, nelle ultime ore si sarebbero moltiplicate le discussioni dietro le quinte. Con l’obiettivo di capire cosa sia successo nello specifico e dare a Egonu tutto il sostegno della sua federazione e di tutto il mondo trasmettere il paese.

Casimiro Napolitani

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