profanazione dei morti | Liberale.gr

I morti sono desolati e indifesi contro coloro che sono politicamente coinvolti nella loro morte. Per molte persone l’incidente di Tempe è stato una dolorosa sorpresa, un profondo shock. Ha portato a una tristezza pandemica che si è irradiata ai greci all’estero, come loro tecnologia di oggi consente loro di essere in contatto quotidiano con ciò che accade a casa.

Non era solo il gran numero di morti e le loro morti ingiuste. È stata soprattutto la sua giovinezza a formarci. Il suo sorriso pieno di gioia e joie de vivre, come si evince dalle foto pubblicate. Singhiozzi e rabbia per l’ingiustizia. I professionisti di Fury hanno tenuto quest’ultimo.

Specie aliene investite nelle prime manifestazioni emozioni collettive passare le proprie “piattaforme”. Da quei giovani partitisti che portano le aste delle bandiere alle manifestazioni a quelli che gridano “Lasciate morire la Grecia, lasciateci vivere”.

C’erano anche i monomaniaci risoluti che si appropriavano sfacciatamente dei morti con uno striscione in stile “i nostri morti, il tuo profitto”, lasciandoti a chiederti: da dove e quando vengono i loro morti? Ed è quello che hanno detto anche quelli che hanno venduto TRAINOSE per un centesimo.

Potrebbero averlo fatto per intrattenere la svendita che stanno commettendo, o perché sono governati da un’arbitrarietà irriconoscibile: credere di avere storicamente il diritto di incolpare e diffamare chiunque, anche per le proprie azioni riprovevoli.

Comprese, ovviamente, le proteste guidate dai clandestini, che hanno utilizzato il lutto collettivo per chiedere grecizzazione, passaporti, case e stipendi! I loro leader hanno trovato il tempo per renderli ancora più odiosi…

Dall’alba dell’umanità, i morti hanno goduto rispetto. In Europa (dati pubblicati dal Politburo del KKE), solo nel 2021 sono stati registrati nell’Ue 1.389 incidenti ferroviari, con un totale di 636 morti e 513 feriti, di cui 97 con collisioni tra treni.

Non scriviamo loro per giustificare alcun governo, come giudicherà l’irriverente Dudukes, compresi alcuni giornalisti reo confessi. Lo scriviamo perché in nessun altro Paese gli incidenti ferroviari ei morti diventano i candidati elettorali dei partiti.

Era chiaramente un tragico problema per tutti, ma era un ostacolo tra popoli e governi. Nessuna forza politica ne ha approfittato. Nel bene e nel male, questa è la cultura europea dalla quale ci stiamo allontanando. Alla fine della penisola balcanica, tutti si sono precipitati a investire e acquisire capitale politico per conto dei morti.

L’allegro spettacolo andato in scena ieri, quando Tsipras, accompagnato da un sindacalista di partito che studiava da 12 anni, si è recato da uno yapi per denunciare l’inesistenza del telecomando è stato ben commentato. Abbiamo visto il peggio con MeRA 25 MP Sig.ra Apatzidis.

Non sono le barzellette che ha raccontato in Parlamento sul fatto che il disastro ferroviario fosse un sacrificio o altro per l’oscuro colosso del capitalismo. Il capitalismo si aggrappa a tutto, anche quando le risorse nazionali, mal gestite dal personale politico per decenni, sono state così scarse da non poter alimentare l’intero OSE. E quale capitalismo privato se fosse concesso a una società di stato italiana?

Tuttavia, il deputato è in questione fatto un insulto massimo ai morti. Su una maglietta nera ha stampato i contorni delle linee ferroviarie e il logo in lettere bianche: “57 morti, 156 ipocriti”.

Non importa che con il numero intendesse solo i parlamentari del governo, mentre TRAINOSE di SYRIZA era esaurito. Questi si riferiscono a ciò che abbiamo previsto: la sinistra, che si ritiene autorizzata a rappresentare i socialmente onorati anche in questioni per le quali deve chiedere scusa. La facilità della medicazione è importante.

La sinistra è abituata a usare i morti come simboli. La fotografia di Velouchiotis adornava molte stanze degli studenti nel primo periodo postcoloniale. Lo stesso, ovviamente, e il poster di Che Guevara, ritoccato come un idolo pop, ha affascinato i giovani occidentali negli anni ’70.

Divenne la t-shirt, segno di ribellione e sfida all’”establishment” che si spaccava nei nightclub alla moda delle città occidentali.

Ma questi erano combattenti (sì) che a modo loro (sbagliato o meno, ha deciso la storia) volevano cambiare la storia e l’hanno pagata con la vita. Ma anche se usati come sfida e punto di riferimento della moda, c’era stato un periodo di scarica emotiva ed erano passati alla storia.

Nessuno con un’empatia rudimentale capirebbe una strumentalizzazione politica così fredda come quella del deputato Varoufakis. I bambini morti di Tempe, usati come strumento di propaganda politica, dall’aula del Parlamento. Tutto ciò che tradisce è totale disumanità. E tutto in nome della militanza della sinistra, che a suo dire è filantropica!

Giacinta Lettiere

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