Recensione “Bullet Train”, intrattenimento vuoto e ad alta velocità con Brad Pitt

mercoledì 03 agosto 2022

Treno ad alta velocità (Bullet Train, 2022), vuoto, violento e divertente, è un film che va a tutto gas ma si ferma a metà strada per diventare qualcosa di memorabile come promette la sua premessa.

La trama vede Brad Pitt, una valigetta piena di soldi, e una mezza dozzina di colorati assassini a bordo di un treno proiettile diretto a Kyoto. L’idea è che tutti cerchino di uccidersi a vicenda mentre la valigetta, la quintessenza di MacGuffin, scivola tra le loro mani. Ma ci sono più chiacchiere che azioni, e non è particolarmente buono. Le battute affermano di trarre ispirazione da Guy Ritchie, alimentando i loro personaggi con monologhi eccentrici e dialoghi comicamente banali, ma mancano di fascino o arguzia. È il tipo di dialogo che tende a spiegare cose che i personaggi già sanno o dovrebbero già sapere, e ogni volta che un flashback lo accompagna, sembra un arresto improvviso indesiderato.

Brad Pitt interpreta un killer in pensione notoriamente sfortunato, che cita costantemente aforismi sull’auto-miglioramento. È semplice ma conflittuale e una buona base di umorismo: devi combattere anche se non vuoi e sopravvivere alla tua sfortuna, in stile Jackie Chan. L’altro grande personaggio che avrebbe potuto facilmente sponsorizzarlo è Jack Burton (Kurt Russell). Soccorso a Chinatown (Big Trouble in Little China, 1986): un prepotente intruso nel posto sbagliato al momento sbagliato che è al centro della storia senza diventarne il personaggio principale.

L’attore è eccellente nel ruolo ed eleva il materiale. Il problema è il contrasto tra gli altri personaggi e tra la follia a bordo e la mondanità fuori. Il contrasto è zero in entrambi i casi. Quasi tutti i personaggi hanno pseudonimi ridicoli, accenti assurdi, sfondi straordinari e sono collegati nel modo più selvaggio e improbabile possibile. Il mondo fuori dal treno sembra violento e instabile come quello dentro. Non c’è conflitto di per sé in una manciata di assassini che cercano di uccidersi a vicenda per motivi efferati e obiettivi frivoli. Al di fuori del carismatico automaticamente Pitt, nessun altro attore consolida un personaggio forte o amabile.

C’è una logica da fumetto sovraccarica che all’inizio suscita risate occasionali, ma alla fine fa deragliare qualsiasi tentativo di tensione o dramma quando il film ne ha bisogno, poiché tutto sembra possibile e niente importa.

Non è un caso che i momenti più divertenti coinvolgano persone “reali”, sia perché le loro reazioni sono esilaranti (inaspettate ma riconoscibili) sia perché la loro presenza costringe il film a seguire una sorta di regola. È così che colpisce contemporaneamente con la migliore sequenza d’azione, in cui due assassini devono combattere fino alla morte comodamente dai loro posti ma in silenzio e cercando di non attirare l’attenzione di una passeggera che li fischia continuamente.

Dal momento che il resto del film manca di tale disciplina, niente sembra mai più così audace o rischioso. I tuoi momenti migliori possono essere divertenti; spesso gli attori sembrano divertirsi più del loro pubblico, esagerando l’unica caratteristica assegnata loro dal copione e godendosi ogni momento di ridicolo come se fosse l’ultimo.

Drina Piccio

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