Rovescia Putin o ascolta Kissinger

Risolvere la guerra ucraina in modo tale che la Russia sia indebolita e il presidente russo Vladimir Putin sia rovesciato, mentre i “falchi” negli Stati Uniti e in Europa cercano, o convincono Kiev a fare concessioni difficili attraverso negoziati dolorosi, ma in modo tale che Putin non ha vinto, mentre forse lo “scenario afghano” più probabile, come il ritiro dell’Unione Sovietica dall’Afghanistan nel 1989, scrive il quotidiano italiano Corriere della Sera.

I media dell’UE sono visibilmente preoccupati per dove stanno andando l’Europa e il mondo con la guerra ucraina e il crescente vortice economico ed energetico globale, e oggi vengono seguiti con attenzione i resoconti dal campo di battaglia, che affermano che le forze russe stanno gradualmente avanzando.

I critici sottolineano gli sforzi dei leader statunitensi, nonché della Polonia, dei paesi baltici e scandinavi, per continuare a fornire armi pesanti a Kiev e “schiacciare Russia e Putin”, ma presentano anche il punto di vista di Francia, Germania, Italia e Spagna che pianificano anche porre fine al conflitto attraverso negoziati di pace.

Inoltre, l’Italia ha presentato alle Nazioni Unite una proposta per un piano di pace per l’Ucraina, ma Mosca l’ha respinta, sottolineando che “non si possono inviare armi all’Ucraina con una mano e portare dall’altra un piano di pace”.

Ex Segretario di Stato USA Henry Kissinger (EPA-EFE/OMER MESSINGER)

Sui media dell’Europa occidentale è stato ripreso e ripetuto il messaggio dell’ex Segretario di Stato USA Henry Kissinger, espresso al World Economic Forum di Davos, secondo cui la guerra in Ucraina non può concludersi favorevolmente per l’Europa e per il mondo intero solo se questo Paese diventa neutrale, vincolato dalla cooperazione con la Russia, e non il baluardo di difesa dell’Occidente nei confronti del resto del mondo e spingendo Mosca ad un’alleanza con Pechino.

Kissinger ha avvertito che altrimenti tutto si sarebbe trasformato in una guerra tra Occidente e Russia e ha detto che in nome della pace l’Ucraina dovrebbe cedere parte del suo territorio alla Russia, cosa che ha attirato critiche da kyiv, in parte anche negli Stati Uniti e soprattutto nei Paesi del nord Europa.

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha definito “brutale” l’invasione russa, ma ha sottolineato che “la fine della guerra russa in Ucraina sarebbe la cosa migliore per l’intero pianeta”, anche se, ha sottolineato, “non possiamo permettere a Putin di vincere questa guerra”. .. e imporre la sua pace”.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha affermato che la fine della guerra e l’accordo di pace non dovrebbero significare “l’umiliazione della Russia”.

Il Corriere della Sera precisa che tra le tre possibili soluzioni per la guerra in Ucraina la prima variante è “non cedere a Putin” e spiega che questa è la “tesi dei superfalchi” a Washington.

“La quintessenza di questa linea dura”, scrive il quotidiano, “sono gli inglesi che, in questa guerra, cercano di realizzare il loro forte desiderio di ridiventare una potenza mondiale, di confermare il “rapporto speciale” con gli americani, di mostrarsi come il volto di un’Europa divisa, e sferrare un colpo mortale agli amici di Mosca”. “.

La “variante afgana”, riporta il Corriere della Sera secondo il parere degli esperti, sarebbe, con tutte le differenze con la guerra ucraina, una soluzione affinché non sia una sconfitta totale dei russi, ma la prova che le truppe russe non sono in grado di spezzare la resistenza ucraina, anche se l’esercito ucraino non sarebbe in grado di sconfiggere la Russia, anche se le consegne di armi occidentali continuassero.

Lì, la soluzione coincide anche con la posizione di Kissinger secondo cui l’Ucraina dovrebbe abbandonare le sue richieste per il ritorno della Crimea e del Donbass, così come le riparazioni di guerra da Mosca.

Il Corriere de la sera vede il risultato anche nel fatto che “se l’Ucraina si trasformasse in una democrazia stabile, restaurata con miliardi di dollari in aiuti e fondi provenienti da beni russi congelati in Occidente, allora quella sarebbe la prova dell’errore di Putin e finirebbe per provocare il crollo del regime di Putin… mentre il ritiro dall’Afghanistan ha contribuito al crollo del sistema sovietico”.

Alla valutazione che ci siano “falchi” e quanti tra le fila dell’Occidente sarebbero inclini a muoversi verso un accordo di pace è stata ripresa dalla redazione del New York Times, la quale ritiene che i “messaggi belligeranti dei leader statunitensi credano che Putin deve essere rovesciato e la Russia indebolita “per non negoziare (sulla pace) più da vicino”.

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L’editoriale del New York Times ha commentato anche il quotidiano asiatico Agea Times, il quale sottolinea che “i neoconservatori-neocon stanno portando avanti la politica estera americana il cui scopo è sempre stato la guerra per procura per mettere in ginocchio la Russia”.

“I neoconservatori aderiscono”, si legge nell’analisi, “alla dottrina del sottosegretario alla Difesa degli Stati Uniti Paul Wolfowitz alla fine della Guerra Fredda nel 1992 secondo cui il compito dell’America deve essere quello di impedire a qualsiasi potenza ostile di acquisire il dominio in una regione le cui risorse naturali sarebbero sufficienti per consentirle di avere il potere mondiale”.

Nell’attuale amministrazione statunitense, i principali fautori di questa dottrina sono il segretario di Stato Anthony Blinken, la sua aiutante Victoria Nuland e il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, riferisce Beta.

Alcuni media europei riportano anche l’analisi del principale analista dell’American Council on International Relations, Charles Kapchan, che ha affermato che “è giunto il momento per le democrazie su entrambe le sponde dell’Atlantico di cambiare tutto per porre fine alla guerra”.

Kapčan ritiene che “salvare i legami con la Russia” sia importante per la pace mondiale e gli interessi americani, “perché anche se scoppiasse una nuova guerra fredda, il dialogo sarà ancora più importante che nella precedente guerra fredda perché oggi il mondo è interdipendente e globalizzato” .

“E le sfide comuni con Mosca sono il disarmo e il controllo degli armamenti, il clima, la cybersfera, il miglioramento della salute globale”, che, conclude l’analista americano, non si possono raggiungere se la guerra in Ucraina diventa un punto focale permanente.

Arduino Genovese

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