UNESCO: il canto lirico italiano diventa patrimonio culturale – CITY SMART

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Il defunto tenore italiano Luciano Pavarotti

Il canto lirico italiano è stato inserito nella Lista del Patrimonio Culturale delle Nazioni Unite.

L’UNESCO, l’agenzia culturale delle Nazioni Unite, ha affermato di aver incluso l’arte di quattro secoli, un mix di costumi, opere teatrali e musica, nella categoria del patrimonio culturale immateriale.

L’opera italiana ebbe origine a Firenze alla corte della famiglia Medici tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo.

L’opera presenta trame complicate, scenografie elaborate e canto virtuoso.

Il canto lirico unisce altre rinomate tradizioni italiane come la preparazione della pizza e l’arte di scalare le vette alpine.

“Questa è una conferma ufficiale di ciò che già sapevamo: il canto lirico è di livello mondiale”, ha detto il ministro italiano della Cultura Gennaro Sandugliano dopo la decisione dell’UNESCO.

L’UNESCO ha descritto l’opera italiana come “una forma di canto fisiologicamente controllata che aumenta la capacità di carico della voce in spazi acustici come anfiteatri e chiese”.

Aggiunge che l’arte promuove “la coesione collettiva e la memoria socio-culturale” e che è “un mezzo di libera espressione e di dialogo tra le generazioni”.

L’italiano Claudio Monteverdi, vissuto dal 1567 al 1643, è considerato il primo grande compositore d’opera.

Secondo il quotidiano italiano La Repubblica, il riconoscimento anticipa la tradizionale apertura della stagione 2023-24 del Teatro alla Scala.

Oggi ci sono 60 teatri d’opera in tutta Italia, un record mondiale, e cantanti lirici come il tenore del XX secolo Luciano Pavarotti sono considerati delle grandi star.

La cantante lirica italiana Carmela Remiggio ha detto al Corriere della Sera che la lingua italiana è conosciuta in tutto il mondo grazie all’opera e ai suoi libretti.

“Il fatto che il canto lirico sia diventato parte del patrimonio dell’umanità è molto emozionante”, ha detto.

“La canzone svanisce mentre la ascolti, ma ti tocca profondamente.”

In un incontro in Botswana per preservare il patrimonio culturale, l’UNESCO ha aggiunto il seviche peruviano, la pittura di risciò del Bangladesh, l’artigianato della ceramica uzbeka e molti altri usi e costumi all’elenco del patrimonio culturale dell’umanità.

Il governo peruviano ha accolto con favore l’inclusione del ceviche nella lista.

“Riconosciamo tutte le persone coinvolte nella preparazione di questo piatto, compresi gli artigiani costieri, andini e amazzonici, così come gli agricoltori e gli chef”, ha affermato il Ministero della Cultura del Perù.


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Giacinto Udinesi

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