Il presidente serbo Aleksandar Vučić ha accennato al “ripristino dell’ordine” e alla possibile repressione delle proteste per l’annunciata estrazione del litio, sostenendo che si trattasse di “terrore della minoranza contro la maggioranza” e di “una guerra ibrida dell’Occidente contro il governo”. ” a Belgrado, scrive il quotidiano italiano Corriere della Sera.
Diario di Milano spiega che “il motivo di proteste come non vedeva la Serbia da anni” è la convinzione degli ambientalisti e dei cittadini che l’estrazione del litio concordata con la Germania e l’Unione Europea avvelenerebbe completamente parte della Serbia e che le manifestazioni sono quindi viste come “tradimento “, con il messaggio: “La nostra salute è più importante dei vostri soldi”.
Il Corriere dela sera sottolinea che si stimava che il litio proveniente dalla Serbia sarebbe stato fondamentale per la produzione di auto elettriche in Europa e per sopprimere la concorrenza cinese, e che la Germania e l’UE avevano promesso che il litio sarebbe stato prodotto nella regione di Jadra. Ciò avrebbe favorito la la massima protezione possibile dell’ambiente naturale.
Tuttavia, il rapporto rileva che la concessione per l’estrazione del litio è stata assegnata alla “multinazionale anglo-australiana Rio Tinto”, che ha poca attenzione per le questioni ambientali.
Il quotidiano italiano rileva che l’estrazione del litio è “un tabù anche per gli attivisti per un ambiente naturale sano in tutta Europa” e avverte che “la scusa di un’auto ecologica avvelenerebbe un’intera area nel cuore dei Balcani”.
“Costernato per la recente vittoria elettorale e certo di vincere, Vučić annuncia anche un referendum per sedare le manifestazioni”, aggiunge il Corriere della Sera.
Il giornale sottolinea inoltre che il permesso del governo serbo, inizialmente revocato e ora ripristinato, a Rio Tinto di estrarre litio ha “creato un nuovo posto sulla scena internazionale per Vučić, un burlone”.
“Belgrado, pur avendo i migliori rapporti con Mosca e Pechino e pur avendo in tasca una grossa offerta cinese, ha optato per un accordo da sei miliardi di euro con la Germania e gli europei”, conclude il quotidiano milanese, che ciò può aiutare la Le autorità serbe nel loro riavvicinamento all’Unione europea.
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