Dopo nuovi insulti razzisti in uno stadio, in Italia viene confiscata la giustizia – rts.ch

Il calcio italiano continua ad essere afflitto dalla piaga del razzismo. Il portiere francese del Milan Mike Maignan è stato nuovamente vittima sabato, scatenando un’ondata di proteste. Sono stati contattati i tribunali e la polizia e il giocatore si è lamentato di un sistema che non si assume la responsabilità.

Sabato sera, durante la partita del campionato italiano a Udine, gli spettatori hanno gridato scimmie e insulti razzisti a Mike Maignan. Dopo aver avvisato l’arbitro dell’azione, il portiere del Milan è uscito dal campo dopo essere stato imitato dai compagni prima di riprendere il gioco cinque minuti dopo.

Il portiere francese, nato in Guyana da padre guadalupano e madre haitiana, aveva già avvisato l’arbitro della partita pochi minuti prima. “Non volevo più giocare, ho detto a tutti che quando ho lasciato il campo, ma siamo una famiglia, non potevo deludere i miei compagni”, ha spiegato dopo la partita.

Un sistema che deve “assumersi la responsabilità”.

Domenica Mike Maignan ha denunciato ancora una volta queste azioni sul suo account X: “Non è la prima volta che mi succede una cosa del genere. Pubblicità, protocolli e nulla è cambiato”, ha osservato.

“Oggi un intero sistema deve assumersi le proprie responsabilità”, ha chiesto rivolgendosi agli autori degli insulti razzisti e agli spettatori “che erano sugli spalti, che hanno visto tutto, che hanno sentito tutto, ma hanno preferito tacere”.

Il calciatore ha invitato anche “le autorità” a reagire: “In tutto ciò che accade se non fai nulla, sarai complice anche tu”, ha scritto ancora. “Io non sono una vittima (…). È una battaglia difficile che richiede tempo e coraggio. Ma è una battaglia che vinceremo”, ha concluso l’uomo, che è anche portiere della nazionale francese.

Non è la prima volta che Mike Maignan è bersaglio di abusi razzisti dagli spalti da quando è arrivato al Milan nel 2021. Ha condannato il comportamento dei tifosi della Juventus nel settembre 2021 e poi quello del Cagliari nel marzo 2022.

Quali conseguenze?

L’episodio domenica ha fatto notizia, in particolare sulla Gazzetta dello Sport con il titolo “La vergogna di Udine”. Ma cosa succederà dopo? Martedì la Federcalcio italiana dovrebbe decidere sulla sanzione inflitta all’Udinese, che potrebbe andare dalla multa all’interdizione dallo stadio per una o più partite.

La polizia e i tribunali sono stati contattati, ma non hanno fornito alcuna informazione sulle indagini in corso. Il club dell’Udinese ha spiegato in un comunicato che “collaborerà con le autorità competenti per le indagini per fare luce su quanto accaduto e adotterà tutte le misure necessarie per punire i responsabili”.

Il presidente della FIFA Gianni Infantino ha chiesto che gli autori di insulti razzisti siano banditi da tutti gli stadi e che i club i cui tifosi commettono tali misfatti siano sconfitti sul tappeto verde.

Eppure, nonostante abbia affrontato regolarmente la piaga del razzismo negli stadi, come l’ivoriano Marc-André Zoro nel 2005, il ghanese Kevin-Prince Boateng nel 2013 o il belga Romelu Lukaku di questa stagione, l’Italia non ha ancora visto tanta forza d’animo lontano. Solo a novembre la Fiorentina venne punita con l’interruzione della partita a porte chiuse a causa dei cori razzisti dei suoi tifosi.

Oggetto della radio: Eric Joszef

Adattamento web: Frédéric Boillat

Casimiro Napolitani

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