La protesta degli archeologi contro Virgin Galactic

Archeologi, paleontologi e altri ricercatori sono indignati dalla missione Virgin Galactic lanciata la scorsa settimana, mettendo in dubbio il suo valore scientifico. Parlano anche di uno stratagemma di comunicazione non etico che ha messo a repentaglio due risultati unici.

Nello specifico, l’8 settembre, i fossili di due parenti preistorici dell’uomo hanno viaggiato nello spazio a bordo della VSS Unity della Virgin Galactic. I resti archeologici sono stati descritti come “i più antichi astronauti che abbiano mai viaggiato nello spazio”.

“Il viaggio di questi fossili nello spazio rappresenta l’apprezzamento dell’umanità per il contributo di tutti i nostri antenati e dei nostri antichi parenti”, ha affermato Lee Berger dell’Università del Witwatersrand in Sud Africa.

I fossili che viaggiarono sulla navicella spaziale Virgin Galactic erano una clavicola di Australopithecus sediba e un osso del pollice di Homo naledi.

“Senza l’invenzione del fuoco e degli strumenti e il loro contributo allo sviluppo della mente umana moderna, risultati straordinari come i viaggi nello spazio non sarebbero stati possibili”, ha affermato il Dott. Berger, che fu determinante nella scoperta archeologica delle due specie.

Scoperti i fossili

Secondo i dati di IndipendenteI fossili che viaggiarono sulla nave Virgin Galactic includevano una clavicola di Australopithecus sediba e un osso del pollice di Homo naledi. Entrambi i fossili sono stati scoperti nei siti archeologici della Culla dell’Umanità, patrimonio dell’umanità, appena fuori Johannesburg, in Sud Africa.

“Abbiamo selezionato attentamente i fossili non solo per il loro significato simbolico, ma anche perché sono tra i fossili di ominidi esistenti meglio documentati. Grazie ai nostri sforzi scientifici e all’accesso aperto, calchi, scansioni e immagini sono disponibili in tutto il mondo”, ha affermato Bernard Zipfel, curatore delle collezioni presso l’Università del Witwatersrand.

Reazioni e preoccupazioni

Non tutti però sembrano essere d’accordo con la missione di Virgin Galactic. Quando fu richiesta l’approvazione per il lancio, i documenti rivelarono che i fossili erano stati classificati come “paleontologici” piuttosto che “umani”. L’antropologo biologico Alessio Veneziano ha commentato ora un post su Twitter

Dott. Veneziano ha espresso preoccupazione anche per il Dr. Berger sui fossili – di cui pochi ricercatori dispongono – aggiungendo che la missione spaziale potrebbe rappresentare anche una “distorsione della pratica della paleoantropologia”. Infine, l’archeologa Sonia Zakrevski dell’Università di Southampton nel Regno Unito ha descritto la spedizione come una forma di “colonialismo del 21° secolo”.

Giacinta Lettiere

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