76 anni dopo la morte di Benito Mussoliniil peggior dittatore della storia d’Italia, divenuto socio della Lazio nel 1929, in biancocelesti vive il fantasma del fascismo.
Lo scorso fine settimana, mentre centinaia di giovani affollavano il centro di Roma per manifestare contro il fascismo, uno spagnolo, vestito con la divisa ufficiale della Lazio, ha deciso di compiere il gesto oltraggioso del braccio teso e della mano ferma dietro la vittoria per 3-1 della squadra romana contro l’Inter, allo Stadio Olimpico.
Nel video, che è diventato una tendenza sui social network, puoi vedere come Juan Bernabé, il addestratore di aquila romana che funge da mascotte della squadra, esegue il “saluto nazista” mentre i tifosi cantano il soprannome “Il Duce”, con il quale il defunto leader nazionalista italiano è stato riconosciuto.
“Non lo nego perché sono un estimatore di Mussolini, ha fatto tante grandi cose per l’Italia così come Franco in Spagna. Sono un estimatore di entrambi e non me ne vergogno”.Lo ha detto lo stesso Bernabé in un dialogo con il quotidiano locale ‘Il Messaggero’.
Quest’uomo si chiama Juan Bernabé. È spagnolo e lavora nel Lazio come addestratore di aquile. Ed è diventato virale per questo saluto fascista ad alcuni tifosi della squadra romana.pic.twitter.com/vmxmpXM4H0
-Manu Heredia (@ManuHeredia21) 20 ottobre 2021
Nonostante la dirigenza della Lazio abbia esonerato Bernabé, che era stato alla guida dell’aquila romana per quasi 10 anni, la polemica è tutt’altro che finita.
Nonostante le critiche provenienti da vari settori della società italiana, questa non è la prima Scandalo “fascista”. in cui è coinvolto il club.
Questa macchia ossessionò il club dopo che il 6 ottobre 1929 un giovane Mussolini pagò 1.000 lire italiane per diventare uno dei suoi membri privilegiati.
(Leggi di più: Timo Werner e tutti i gol “impossibili da perdere” che non ha segnato.)
Insulti ad Anna Frank e alle vittime del nazismo
I responsabili di legare il club alle idee suprematiste, che il Partito Nazionale Fascista ha sollevato nel XX secolo, sono stati gli ultra tifosi della Lazio.
Nell’ottobre 2018, durante un derby contro l’AS Roma, la folla degli “irriducibili” ha riempito lo stadio Olimpico di striscioni offensivi contro un simbolo delle vittime del nazismo in Europa: Anna Frank.
Questo gruppo radicale ha messo l’immagine di Frank con le maglie del rivale e la scritta: “Anne Frank incoraggia la Roma” come segno della loro antisemitismo.
All’epoca, a causa di questo evento scandaloso, i biancocelesti dovettero solo pagare una sanzione pecuniaria.
Gli ultras della Lazio, noti per essere razzisti e fascisti, hanno lasciato le figurine di Anna Frank con la maglia della Roma. pic.twitter.com/MObbphDjNz
-Toni Padilla (@Toni_Padilla) 24 ottobre 2017
Calciatori che sostengono il fascismo
Inizia così il percorso dei calciatori legati all’ideologia fascista Giorgio Chinagliaun attaccante che brillava negli anni ’70 per i suoi gol e impallidiva per la sua simpatia per il pensiero di estrema destra, che tra l’altro arrivò a sostenere come presidente della Lazio nei primi anni ’80.
Da allora, la sua riprovevole eredità è stata ripresa dall’altrettanto italiano Paolo Di Canioche ha giocato quasi un decennio con la maglia della Lazio e che non ha mai esitato a festeggiare il suo gol facendo il saluto per il quale l’allenatore dell’Aquila è stato ora espulso.
Inoltre, da quanto ha mostrato nelle esuberanti celebrazioni, Di Canio, pur essendo in pensione, mantiene sulla schiena il simbolo dell’aquila imperiale e sul braccio sinistro un’effigie di Benito Mussolini.
(Inoltre: così è andata in politica per gli atleti che l’hanno provato prima di Ibargüen).
Razzismo verso i giocatori neri
Gli ultras della Lazio non hanno esitato a discriminare la maggior parte dei giocatori di colore dei club rivali.
in olandese Aaron Invernoprimo ad indossare la ‘maglia azzurra’, i tifosi gliel’hanno restituita dopo avergliela offerta dopo una schiacciante vittoria contro la Roma.
Fabio Liverani, italiano di madre somala, si è mostrato anticonformista dai radicali quando è arrivato al club nel 2001, dipingendo diverse facciate romane con insulti razzisti degradanti.
Nell’era digitale, la loro discriminazione si è spostata sul web.
Nel 2012 la partenza dell’attaccante francese Djibril Cisse dLa Lazio è stata segnata da decine di attacchi degli ‘irriducibili’ sui social.
(Non dimenticare di leggere: La Roma, di José Mourinho, è stata umiliata da Bodo).
Il pronipote del ‘Duce’
All’inizio di quest’anno, era la notizia che Romano Benito Floriani Mussoliniil pronipote de “Il Duce”, ha firmato il suo primo contratto da professionista con la Lazio dopo aver fatto parte delle giovanili del club.
Nonostante il giovane, appena 18enne, non abbia rilasciato alcuna dichiarazione che lo faccia passare per “fascista”, Alessandra Mussolini, sua madre, è una nota figura politica dell’estrema destra in Italia.
Allo stesso modo Rachele Mussolini, una delle zie di Romano, è stata eletta consigliera a Roma qualche settimana fa con l’appoggio del partito estremista “Fratelli d’Italia”.
Questa sembra essere l'”eredità” del dittatore che, come lui, si evolve in politica oltre che nel calcio.
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