Punti focali – Il famoso boss della camorra italiana sembra voler collaborare con la giustizia

Francesco Schiavone sta scontando l’ergastolo Immagine: AFP

Dopo più di 26 anni di carcere, il famoso boss mafioso italiano Francesco Schiavone, noto a tutti in Italia con il nome in codice “Sandokan”, sembra voler collaborare con la giustizia.

Da imputato a testimone chiave: dopo oltre 26 anni di carcere, il famoso boss mafioso Francesco Schiavone, noto a tutti in Italia con il nome in codice “Sandokan”, pare voglia collaborare con la giustizia. Lo ha appreso venerdì l’agenzia Afp dagli ambienti giudiziari italiani. L’ex leader del clan dei Casalesi, il clan più potente della camorra napoletana, era considerato uno dei criminali più brutali d’Europa fino al suo arresto nel 1998.

La presidente della Commissione parlamentare antimafia, Chiara Colosimo, ha accolto la decisione di Schiavone di collaborare con le autorità come un “duro colpo alla camorra e alla criminalità organizzata”. Negli ultimi anni diversi membri della famiglia Schiavone hanno già deciso di fare questo passo, tra cui due dei suoi cinque figli.

Schiavone è stato arrestato in un bunker nel suo villaggio natale nel 1998 e attualmente sta scontando l’ergastolo. Recentemente è stato trasferito da un carcere del nord Italia a L’Aquila. Il clan dei Casalesi divenne noto grazie al romanzo investigativo “Gomorra – Viaggio nell’impero della camorra” di Roberto Saviano, adattato anche per il cinema.

Tuttavia, venerdì Saviano era scettico riguardo alla possibile collaborazione di Schiavone con la giustizia. Perché poi il mafioso dovrebbe anche rivelare “dove sono i soldi della camorra”, scrive Saviano sul servizio online Instagram, ma c’è da chiedersi se riuscirà a farlo “senza mostrare i reali legami con la politica e l’imprenditoria.

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Stefania Zampa

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