Il governo italiano li pone fine

Il governo italiano di unità nazionale che presiede Mario Draghi Venerdì scorso ha approvato all’unanimità un disegno di legge che pone fine alle “porte girevoli” che consentono a giudici e magistrati di entrare in politica e reintegrare la magistratura o la procura, come sta accadendo attualmente in Spagna.

I giudici che hanno ricoperto cariche elettive di qualsiasi tipo o cariche governative (nazionale, regionale o locale), al termine del loro mandato, non potranno più esercitare alcuna funzione giudiziariasi legge nel disegno di legge sostenuto da Movimento 5 Stelle, La Liga, Forza Italia, Pd e Italia Viva.

Ciò non significa che perderanno il loro status di dipendenti pubblici. Non succederà. Possono ricoprire cariche amministrative o ministeriali. E questo vale sia per coloro che sono stati scelti sia per coloro che perdono. Ma perderanno il loro status di giudici o pubblici ministeri.

I magistrati che, nonostante tutto, decideranno di entrare in politica avranno un ulteriore handicap: non potranno presentarsi come candidati di nessun partito politico nelle regioni dove hanno esercitato le loro funzioni negli ultimi tre anni.

Il Presidente del Governo italiano, Mario Draghi, durante la conferenza stampa tenutasi venerdì. Alla sua destra il Ministro della Giustizia, Marta Cartabiae alla sua sinistra il ministro dell’Economia, Daniele Franco.

C’È ANCHE PER I MAGISTI CHE NON SONO STATI POLITICI

Per quanto riguarda i magistrati ordinari, gli amministratori, i contabili e gli ufficiali militari che abbiano ricoperto alte cariche in ministeri o funzioni governative non elettive, quali capi di stato maggiore, segretari generali di ministero o capi dipartimento, non potranno rientrare nelle loro funzioni destinazioni sia davanti alle corti e ai tribunali per tre anni dopo la fine del suo mandato politico. Ci sono anche “porte girevoli” per loro.

Il loro destino sarà determinato dai rispettivi organi autonomi.

“E’ stato un dibattito molto ricco e anche molto condiviso grazie ai tanti dialoghi con le forze politiche”, ha poi dichiarato il presidente del Consiglio Draghi in conferenza stampa, accompagnato dal ministro della Giustizia, Marta Cartabiagià Presidente della Corte Costituzionale italiana.

“La riforma doveva essere approvata in tempo per le prossime elezioni Consiglio Superiore della Magistratura [CSM], che dovrebbero svolgersi il prossimo luglio. C’è stato un impegno collettivo da parte di tutti i ministri a sostenere la legge in parlamento con i loro partiti”, ha aggiunto.

Le nuove regole, una volta approvate, non saranno retroattive. Gli attuali giudici e pubblici ministeri ora in politica, quando completeranno il loro tirocinio, le restrizioni della “porta girevole” non si applicheranno a loro.

Marta Cartabia, Ministro della Giustizia italiano, ha dichiarato che le riforme adottate sono un passo nella giusta direzione per ripristinare la fiducia nella giustizia.

RECUPERARE FIDUCIA E CREDIBILITA’

RiformaSecondo il ministro della Giustizia, era “inevitabile”per la scadenza del Csm «ma anche per sostenere la magistratura nel processo di recupero di fiducia e credibilità, su cui ha insistito il Presidente della Repubblica nel suo messaggio alle due Camere di pochi giorni fa. Lo dobbiamo ai tanti magistrati che ogni giorno lavorano in silenzio.lo dobbiamo ai cittadini che hanno il diritto di ritrovare la loro piena fiducia. Norme più adeguate e più rigorose possono supportare la magistratura in questa direzione.

Il pacchetto comprende anche una riforma del Consiglio superiore della magistratura, equivalente al nostro Consiglio generale della magistratura, con la quale il numero dei suoi membri viene aumentato di 6.

Attualmente sono 27.

Una volta che il Parlamento italiano lo convertirà in legge, saranno 33. E ciò dovrà avvenire entro il prossimo luglio, quando il Csm, il cui mandato è di 4 anni, dovrà essere rinnovato.

Dei suoi 33 membri, tre sono membri d’ufficio: il Presidente della Repubblica – in qualità di Presidente del CSM –, il primo Presidente della Corte di Cassazione e il Procuratore Generale presso questa stessa Corte di Cassazione.

In accordo con la nuova composizione, il Parlamento eleggerà 10 (finora sono 8) membri “laici”, che in Spagna descriviamo come giuristi di riconosciuto prestigio, cioè avvocati, avvocati, professori universitari, avvocati nell’amministrazione di giustizia, ecc. .

I magistrati – in Italia questa descrizione include giudici e pubblici ministeri – eleggeranno direttamente 20 membri – degli attuali 16.

Due saranno giudici della Corte suprema, 13 giudici e cinque pubblici ministeri.

Immagine dei magistrati della Suprema Corte di Cassazione nel giorno di apertura dell’anno giudiziario, nel 2015. Nessuno di loro potrà tornare in Alta Corte se diventerà deputato, senatore o ministro una volta avviata la riforma. corso è approvato

FINE DEL CLIENTELISMO E CONDIVISIONE DELLE SPESE

Il metodo previsto è un sistema misto, basato su collegi elettorali binomiali. In ciascuno di essi vengono eletti due membri del CSM. Quindi fino a 14 su 20. La Vocalship 15 sarà assegnata a un pubblico ministero sulla base di un calcolo ponderato che identificherà una delle terze parti più votate.

I restanti 5 seggi CSM saranno assegnati secondo un sistema proporzionale nazionale. Non ci saranno liste nazionali, ma sarà possibile candidarsi come candidato individuale. È un sistema abbastanza articolato che serve soprattutto a introdurre un elemento di imprevedibilità nelle elezioni del CSM.

Da anni il CSM è accusato di favorire il clientelismo, la distribuzione degli incarichi, la promozione professionale legata all’appartenenza politica, che compromettono la neutralità e l’efficienza dell’organo autonomo dei giudici italiani.

I critici lo hanno paragonato a un mini-parlamento, dove risiedono faziosità, fazionismo, lotte intestine fratricide, salti di voto per interessi di parte e il patto per nomine e favori.

Proprio questo è l’obiettivo della riforma del Csm, di porre fine a questo stato di cose, in particolare ai “pantouflages”.

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Arduino Genovesi

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