L’italiana Eni apre doppio conto in rubli ed euro per pagare Gazprom

L’Azienda Italiana Idrocarburi Eni ha annunciato di aver aperto un conto in rubli e uno in euro presso la russa Gazprom Bank, secondo una proposta di Gazprom Export, “che ha chiesto unilateralmente modifiche ai contratti attuali”.

La società energetica italiana ha aggiunto che la decisione è stata presa alla luce del quadro delle sanzioni internazionali e con il consenso delle autorità italiane.

Eni finalmente lo ha chiarito La Russia sostiene tutti i costi che potrebbero derivare da questo nuovo metodo di pagamento.

Lo ha aggiunto la compagnia energetica italiana, uno dei maggiori importatori europei di gas russo La doppia fatturazione viene effettuata per precauzione.

Eni, controllata dallo Stato, ha tempo fino al 20 maggio circa per pagare la russa Gazprom dopo che Mosca a fine marzo aveva esortato gli acquirenti stranieri a pagare il gas in rubli o rischiare di perdere l’offerta.

Commissione: nuovo “No” ai conti in rubli

L’apertura di un conto in rubli da parte di società europee presso Gazprombank per l’acquisto di gas naturale russo violerebbe le sanzioni, Oggi, un rappresentante della Commissione Europea ha chiarito come si può effettuare l’acquisto in relazione alla direttiva che ha inviato venerdì ai Paesi membri.

In questa direttiva, la Commissione ha affermato che le aziende possono aprire un conto presso Gazprombank in euro o dollari e dichiarare il completamento dell’operazione non appena viene ricevuto il pagamento.

L’apertura di un conto in rubli “andrebbe oltre ciò che abbiamo fornito ai paesi membri su ciò che è consentito dal regime”, ha affermato il portavoce della commissione. Eric Mamer, come riportato da Bloomberg.

“Qualsiasi cosa diversa dall’aprire un conto nella valuta del contratto con Gazprombank e fare un deposito su questo conto e poi dichiarare che questo conta come un pagamento viola le sanzioni”, ha detto Mamer.

Nella sua direttiva rivista, la Commissione ha stabilito che le aziende devono dichiarare esplicitamente che considerano i propri obblighi adempiuti non appena pagano in euro o dollari.

L’ordine scritto non menzionava la richiesta di Mosca di aprire un secondo conto in rubli, ma il mese scorso i funzionari dell’UE hanno affermato che una tale mossa violerebbe le sanzioni.



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Giacinta Lettiere

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