Marinai dell’età della pietra – Sono le imbarcazioni più antiche del Mediterraneo

Gli scavi in ​​Italia lo hanno portato alla luce barche più antiche conosciute nel Mediterraneo, vecchio di oltre 7.000 anni, realizzato con tecniche talvolta utilizzate ancora oggi.

Mentre tu Periodo neolitico È noto che i popoli del Mediterraneo viaggiavano via mare, scambiando idee e prodotti, come testimoniano altri ritrovamenti archeologici oltre alla presenza di numerosi insediamenti su coste e isole.

Si ritiene che il primo mezzo di trasporto galleggiante dell’umanità siano state le zattere, utilizzate anche per lunghi viaggi, come durante la colonizzazione dell’isolata Australia tra 50.000 e 60.000 anni fa.

Le prime vere barche apparvero molto più tardi. A differenza delle zattere, non sono necessariamente costituite da materiali galleggianti, ma galleggiano grazie al volume di acqua spostata.

Le barche più antiche scoperte finora provengono dai Paesi Bassi e hanno quasi 10.000 anni.

Il fatto che le canoe fossero realizzate con tronchi d’albero individuali ha contribuito alla loro conservazione (Gibaja JF et al. / PLoS ONE 2024)

In canoa nel Mediterraneo

Nuove prove di navigazione nel Mediterraneo provengono da sei canoe di legno trovate nel villaggio costiero neolitico di La Marmotta vicino a Roma.

Tutte e cinque le canoe recuperate dal fondo del lago sono state registrate individualmente, nel senso che sono state realizzate da un unico tronco d’albero e sono state datate tra il 5700 e il 5100 a.C. utilizzando il carbonio-14. Datato.

“La datazione diretta delle canoe neolitiche di La Marmota mostra che sono le più antiche del Mediterraneo, una scoperta che offre preziose informazioni sulla navigazione neolitica”, scrivono i ricercatori nello studio pubblicato sull’Open Journal Più uno.

La forma allungata della barca è visibile in diagonale nell’immagine dello scavo sottomarino (Gibaja JF et al. / PLoS ONE 2024)

Le canoe erano ricavate dai tronchi di quattro alberi diversi e sostenevano travi di sostegno trasversali. Nei pressi di uno di questi sono stati rinvenuti tre oggetti di legno a forma di “T” con dei fori dove probabilmente venivano legate delle vele.

Sebbene siano state trovate sulla riva di un lago, si ritiene che le imbarcazioni preistoriche fossero navigabili anche in mare aperto, poiché nell’insediamento sono stati rinvenuti strumenti di pietra che apparentemente provenivano dalle isole vicine.

Come scrivono i ricercatori, “lo studio dimostra gli impressionanti progressi tecnologici delle prime comunità agricole e pastorali e mette in evidenza le loro abilità nella lavorazione del legno e nella costruzione di navi complesse”.

Giacinta Lettiere

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